Dopo la giornata di ieri in cui abbiamo iniziato la mietitura, oggi e’ il secondo giorno e si continua. I terreni da dove abbiamo aperto la stagione della raccolta ora sono solo paglia bionda e luccicante come oro. Ma la raccolta continua in altri terreni, sempre nel vasto territorio che ospita il progetto Roverella.
Appena entrati nei nuovi campi ci si accorge subito che qui la musica e’ cambiata, la coclea della mietitrebbia che porta su l’orzo ora e’ vivace e abbondante, una piacevole sorpresa. L’aspetto più incredibile riguarda il fatto che l’ultima volta che siamo entrati in questi campi era inizio novembre, per la semina, dopo otto mesi rientriamo nei campi per raccogliere e ci accorgiamo che la resa e’ alta.
La conversione dei terreni verso l’agricoltura naturale e’ solo all’inizio e non ha raggiunto ancora dei livelli ottimali, eppure i primi risultati e le prime soddisfazioni non tardano ad arrivare. In questa fase di conversione, ad esempio, non abbiamo ancora raggiunto buoni livelli di sostanza organica, inoltre riusciamo ad intrappolare solo una piccola parte delle piogge invernali, mentre dal prossimo settembre questo fattore verra’ potenziato, perché inizierà una progettazione sulle curve di livello con un notevole incremento delle capacita’ di stoccaggio dell’acqua invernale nel sottosuolo(Keyline design). Inoltre c’e’ ancora tanto da migliorare per quanto riguarda la capacità di accestimento dei cereali, infatti per ora siamo ancora ad una produzione minima di getti laterali. Basti pensare che esistono alcune varietà che hanno la capacita’ di accestire fino a 100 getti laterali, partendo da un solo seme! Questo e’ incredibile! Intanto, bisogna specificare che non c’e bisogno di portare la produttività a questi livelli estremi, infatti un accestimento ideale, sarebbe intorno a 20 getti laterali, il che significa raccogliere la medesima quantità di prodotto con un decimo del seme necessario rispetto al cosiddetto metodo convenzionale. Dunque, intensificando la fase di accestimento, attraverso anni di esperienza e lavoro costante, si ottiene una capacita di gestione olistica dei terreni, che a sua volta genera infinite ripercussioni, spesso positive, come ad esempio l’intensificazione dell’accestimento da la possibilità di seminare dai 5 ai 10 kg di seme per ettaro, anziché i 100 kg e oltre dell’agricoltura convenzionale.
Una ripercussione abbastanza immediata e un fattore di grande valore, quello di avere poco seme da semina e una banca semi interna alla fattoria. Chiaramente il lavoro e’ delicato e richiede notevole impegno, tuttavia esiste questa possibilità ed e generata dal fatto di non dover stoccare quintali extra per la semina dell’anno successivo. D’ora in avanti ogni piccola e media fattoria può conservare il proprio germoplasma e non solo le aziende di grandi dimensioni. Ma per poter far questo bisogna conoscere e saper applicare i principi della Permacultura e più in generale bisogna sviluppare la visione olistica che permette di progettare dopo aver individuato le nuove connessioni tra gli elementi in gioco che si aggiungono alle conoscenze che già si possiedono ed insieme iniziano man mano ad interagire.
Nei campi di Roverella, questo lavoro di conservazione e’ già iniziato, infatti ci sono piccole aiuole pioniere nelle quali ho seminato in via sperimentale diversi cereali, come varietà di farro, segale, grano tenero, e kamut. Spero di riuscire a migliorare questa piccola banca semi nel corso del tempo e spero di poter scambiare questi semi con altre persone in sintonia con gli obiettivi di Roverella.