Una delle prime piante di frutta della stagione e’ sicuramente il ciliegio (Prunus avium). Dopo la lunga quiescenza invernale, quando la frutta scarseggia nella bioregione del Biferno, ecco che finalmente riparte un nuovo ciclo di fioritura e maturazione che fa riempire le dispense di primizie. La pianta del ciliegio allevata in modo naturale non va a frutto tutti gli anni, tuttavia raramente non porta nulla. Quest’anno ad esempio c’e stato un ottimo raccolto e anche la qualità e’ stata eccellente, in effetti non abbiamo ancora finito di raccogliere e inoltre ci sono varietà tardive che hanno i frutti ancora verdi.
Quando si raccolgono grosse quantità di frutta, bisogna trovare il modo di conservarla, per poter poi consumare con calma più in là tutto ciò che non viene consumato nel giro di pochi giorni e così le ciliegie in parte le consumiamo come frutta fresca, in parte la regaliamo a vicini e conoscenti e in parte viene conservata come confettura, come succo, come frutta secca, oppure viene fatta fermentare nel Kefir.
Dalle ciliegie, una volta mangiate, si può inoltre recuperare i piccioli che essiccati possono essere usati in decotti e infusi come ottimi diuretici, inoltre si recuperano anche i noccioli interni, con i quali si possono fare dei cuscini, utilizzandoli come riempimento e addirittura e’ possibile farne anche dei futon, sempre con lo stesso procedimento dei cuscini, a patto di avere un bel po’ di materia prima.
E’ una pianta generosa dunque, anche dal punto di vista del legno, infatti viene considerato un materiale da opera di grande pregio con cui è possibile fare mobili e utensili. Raramente viene usato in bioedilizia come travi o architravi, per via della fatto che tende a curvarsi abbastanza. Generalmente nella realtà contadina del Molise non e’ stato quasi mai considerato come legno da opera, il ciliegio, se non per scultura, anche perché c’erano i legni del bosco, come la quercia, il frassino, il castagno ed inoltre vi era anche una grossa presenza del noce, considerato uno dei migliori in assoluto. Tuttavia oggi, nella progettazione di sitemi integrati, si e’ sviluppata la tendenza a creare i cosiddetti Food Forest o Forest Garden ( rif. in inglese Forest garden) ovvero delle foreste di cibo, che sono delle imitazioni umane di ecosistemi naturali, come un bosco, ad esempio. Una Food Forest può essere anche di notevoli dimensioni e al suo interno si cerca di creare la maggiore biodiversità possibile, associando a volte centinaia di specie, stagionali e perenni, che si aiutano in modo mutualistico, riducendo al minimo il rischio di competizione tra le diverse specie. Tutto questo permette di avere un rinnovo costante di nuovi alberi e dunque e’ possibile valorizzare anche il fattore legno in una pianta come il ciliegio, oltre che naturalmente per i frutti e i fiori. Tratteremo con la dovuta calma il progetto di Food Forest in prossimi articoli.
Qui a Roverella e’ in corso una realizzazione di una Food Forest e le piante di ciliegio sono proprio quelle che hanno mostrato maggiori capacita’ di adattamento. Le piante che ho trapiantato a Ottobre dello scorso anno, sono dei polloni presi da piante madri dei campi della nonna paterna che li alleva da diversi decenni. Lei ama tantissimo questo frutto, tant’è che in questo momento e’ in apprensione per via del fatto che le gazze ladre (Gazza) sono sempre in agguato, attendono pazienti nascondendosi, per poter piombare di colpo sugli alberi a degustare le rosse ciliegie. Tuttavia raramente riescono nell’intento perché in questo periodo la nonna ha sempre in mano un bastone e volge lo sguardo verso le ciliegie in modo incessante, così non appena si avvicina una gazza, lancia un avvertimento vocale oppure se il volatile insiste, la nonna opportunamente lancia il bastone! E’ uno spettacolo davvero divertente.
Descrizione interessante e bellissima.Divertente anche la Nonna che “combatte” con le gazze ladrone e furbissime.Anche noi facciamo cosi’.Grazie.Cordiali saluti.Italo e Licia
Ciao Italo e Licia! Ma quante risate nel vedere questo °combattimento°. veramente buffo!
Cordiali saluti anche a voi e grazie per la visita al blog! Valerio.