La grandine


Nel pomeriggio di ieri è grandinato, il territorio intorno a Petrella non è stato colpito, tuttavia le micidiali sfere di ghiaccio hanno fatto diversi danni nei paesi limitrofi, soprattutto nelle campagne intorno a Matrice, mi dispiace molto. Ci sono molte famiglie che coltivano orti per un parziale auto-sostentamento, ci sono ancora campi di cereali da mietere e soprattutto l’avena è stata abbattuta, provocando il temuto problema dell’allettamento che si è verificato in misura considerevole.

Ma che cos’è la grandine e come si forma e perché si forma?

La grandine si forma se le correnti ascensionali in un cumulonembo sono abbastanza forti; in questo caso accade che un primo nucleo di ghiaccio viene trasportato in su e in giù nella nube, dove si fonde con altri piccoli aggregati di ghiaccio e gocce d’acqua per poi ricongelarsi nuovamente e diventare sempre più grande. Quando le correnti non riescono più a sollevare e trattenere i pezzi di ghiaccio perché divenuti troppo pesanti, questi cadono a terra, e quindi la massa, degli aggregati di particelle ghiacciate formatisi che, non riuscendo a sciogliersi prima di essere arrivati al suolo, causano spesso notevoli danni sia nelle campagne (ai campi coltivati) che nei centri urbani (alle abitazioni così come ai mezzi di trasporto).

È più probabile che cada d’estate, nonostante sia formata da ghiaccio, essendo una conseguenza dell’afa.

I chicchi di grandine che cadono ad alte temperature sono trasparenti, perché privi di bolle d’aria, quelli che cadono a temperature più basse sono bianchi perché contengono molte bolle d’aria.

Durante e dopo una grandinata la temperatura si abbassa (anche di dieci gradi in mezz’ora), perché il ghiaccio solido per trasformarsi in acqua liquida sottrae calore all’ambiente, con la possibilità a volte di generare alcune trombe d’aria.

Cosa è possibile fare in Permacultura per evitare tale problema?

Come spesso si ripete anche in medicina integrale, il vero scopo è raggiungere la guarigione più che la cura. Allo stesso modo, la Permacultura è in grado di rigenerare il territorio semplificato dall’attività dell’agricoltura convenzionale, per riportarlo, progressivamente a livelli di resilienza bioregionale che normalmente possiede qualsiasi ecosistema in salute. E’ opportuno sapere infatti che gli alberi, tra le infinite funzioni all’interno di un ecosistema, rilasciano l’acqua del sottosuolo in forma di foschia. Essa crea una calotta che attenua la violenza delle piogge che potenzialmente potrebbero contenere grandine.

Esistono decine di strategie in Permacultura che hanno il compito di riportare, in modo deciso, gli alberi sui terreni seminativi o pascoli, senza contrastare la normale raccolta dei cereali, delle ortive o delle leguminose. L’ Agroforestazione (rif. più approfondito in inglese. Agroforestry) un esempio importante e nei terreni sperimentali della Roverella a settembre inizierà una progettazione pilota su un singolo fondo destinato ai seminativi, dove verranno reintegrate le piante boschive, le piante da frutto, le aromatiche, le officinali, continuando a coltivare cereali e integrando ulteriormente la complessità con il pascolo.

I boschi forniscono l’umidità che è necessaria alla vita e alla sua preservazione. Un programma di agroforestazione, ha la capacità di aumentare il numero di connessioni fra gli elementi naturali, acqua, aria, suolo e calore, limitando al minimo il conflitto, ma aumentando la complessità vitale del sistema. La funzione dell’uomo diventa maggiormente passiva, la natura ci guadagna e noi otteniamo raccolti diversificati e ragionevoli.

Nei terreni che ospitano la Roverella non ha grandinato, ma è piovuto abbondantemente, così abbiamo dovuto interrompere i lavori di mietitura dell’orzo, che probabilmente riprenderanno nel tardo pomeriggio di domani, quando le temperature saranno di nuovo abbastanza alte da permettere di asciugare le spighe, prime di essere raccolte.

 

 

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